XXVII Premio Firenze


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Pasquale Siano

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PREMIO MARIO CONTI
PASQUALE SIANO

per il volume



TARÌ DELLE DUE SICILIE
(Casa Editrice il Lunario - Enna 2006)

con la seguente motivazione:


L'uso metrico dell'endecasillabo denota, insieme ad una ammirevole padronanza, una classicità di cultura e di ispirazione, mentre le composizioni poetiche scorrono descrittive e leggere, apparentemente semplici e pur impegnative.
I temi prevalenti nella raccolta - legati, oltre che alla esperienza personale, affettiva, alle belle immagini della Sicilia - offrono una piacevole lettura, che mescola immagini di luoghi con sensazioni raffinate, in versi che verrebbe da definire "gozzaniani", stante il percorso poetico e letterario dell'autore.


dal volume……"TARI' DELLE DUE SICILIE"

LA CORONA DI SELINUNTE


Un vento molto antico e sempre forte
che nasce dalle cose a Selinunte
ancora soffia per portarci via,
strapparci dalla terra che si stende
immensa sotto i nostri doloranti
piccoli piedi, già piena di fiori
gialli e viola, primissimi colori
di questa primavera che ritorna
tra i carrubi e gli ulivi, che discendono
verso il mare bellissimo là in fondo,
dal quale giunti all'improvviso i subdoli
Cartaginesi, i Punici feroci,
come fosse oggi dalla notte all'alba
hanno buttato giù i templi ciclopici,
l'acropoli superba, le due cinte
di mura poderose alla difesa,
le dimore magnifiche e perfette
che tutte intorno girano a un cortile,
hanno ridotto a niente il nostro sforzo
quotidiano per essere nel mondo,
hanno concretizzato in un momento
tutte le attese tutte le paure
che avevamo ed il terrore del futuro,
per cui pregare a noi non è servito
né fare sacrifici sugli altari.

Alla rabbia dell'ira e del dolore
che ci vide nell'occhio del ciclone,
nell'epicentro di quel terremoto
che pose fine al nostro grande volo,
è subentrata la malinconia
di questo visitare le rovine,
a poco a poco la rassegnazione
a un passato imponente che da qui
ci precipita addosso incomprensibile;
ma, traghettati oltre la catastrofe,
per un qualche miracolo di luce
noi siamo ancora qui, fragili eppure
presi commossi dalle colossali
architetture che la nostra angoscia
(lucide allora splendide di marmi,
ora più opache e grigie) edificò
in un magico punto ove dal mare
dolce risale la collina al cielo;
destinati a creare altra bellezza
non più nella natura ma nell'aria
ma nel rimpianto e nella nostalgia,
se la memoria porta adesso il peso
di quando erano braccia che reggevano
il fuoco e l'ansia di felicità
e non era nei cuori ancora spenta
la speranza di essere poeti,
se alla sera persino ritroviamo
tra le pietre cadute in mezzo ai rovi
la corona di limpide parole
che ci cantano dentro e credevamo
di avere invece ormai persa per sempre.

Selinunte, 23 Febbraio 2001

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