XXIX Premio Firenze


Vai ai contenuti

Niccolò Andrea Lisetti

letteratura > premiati letteratura

SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO d'ARGENTO (ex-aequo)
NICCOLÒ ANDREA LISETTI

per la poesia inedita

"LO SBAGLIO DEL POETA"

con la seguente motivazione:

La discorsività del testo, tipica del prosimetro, unita all'impiego di un linguaggio colloquiale sono utili alla creazione di un'atmosfera di confortante intimità all'interno di questi versi. Il poeta, con evidenti capacità evocative, è maestro nel tratteggiare immagini dense e coinvolgenti, vero valore aggiunto del componimento.


La Giuria Letteraria del Premio Firenze



LO SBAGLIO DEL POETA

quando entrai in cella,
un violento gelo
si aggrappò alla mia gola;
non capii
e pensai che fosse possibile:
laggiù, potevo vivere da solo,
senza IL mondo, col MIO mondo,
un'isola intatta,
tutta una bouganville di versi.

ma dopo qualche tempo,
le mie poesie sopravvissute
si rivelarono un antidoto
contro il morbo sbagliato;
tutti i miei ricordi scomparvero
e le notti divennero vuote, senza sogni:
toccavo le sbarre
e le mie mani
calzavano la peste della ruggine;
vedevo il buio
e colori e forme
scolavano in cenere;
respiravo le muffe
e la bocca di pietra
succhiava frutti di gesso.
cos'è successo?
dove sono andati
l'ibisco rosso che vulcaneggia l'estate,
campana di lava,
la luna brigante che mi rapiva
per contemplare le stelle,
il pomodoro sdraiato sul pane
che travestiva l'amore di mia nonna,
la corsa tra gli ulivi,
che parlano solo ai bambini,
il sole che ride al mare,
i grilli appostati sulla notte,
l'olio
fatto da mani callose,
che scorre tra le dita
e le ammorbidisce,
come un unguento tra i nodi,
l'alito di maggio tra i pioppi,
i papaveri d'incendio,
il vino che accarezza il dolore,
i ciliegi a primavera
che fioriscono come sorrisi!
perché le sbarre di ferro,
cosparse di versi,
non si trasformano in ali
e non sfoggiano piume al sole?
ora lo so, sono soltanto un prestigiatore:
non costruisco conigli che usciranno dal cappello,
la mia giacca, non partorisce le colombe;
le mie parole, sono solo un trucco,
possono cercare il mondo,
possono mostrarlo
a chi non lo vede,
ma non possono sostituirlo,

la vita
è il loro scopo
e senza di essa,
sono soltanto mani
senza più niente da afferrare.
In questo carcere, senza più contatti,
mi sono affidato alle parole
perchè sono un buon pianeta
per intraprendere la resistenza;
molto si è impigliato in loro
e qualcosa del mondo
l'hanno ancora
ma alla fine, non sono che foglie:
se le stacchi dall'albero,
se le separi dalla vita,
marciscono a terra.
perché non ho compreso prima
che ogni riga che ho scritto
si chiama verso
perché va verso qualcosa,
perché non vuole essere sola
e non sopporta la lontananza!
quanto odio queste sbarre,
che interrompono il mondo
come salti, rigide separazioni
da una vita che non posso più abbracciare!
mondo, io volevo amarti,
sarebbe a dire starti accanto,
farti cantare nel mio petto
e per questo
ho cominciato a scrivere,
per imparare a farlo,

perché io non sono un gufo, un girasole o una zucchina,
che sa già farlo,
sin dal primo giorno che è esistita:
soltanto questo
era il motivo del mio scrivere,
ma ho finito per scordarlo
e adesso
sono solo per davvero,
come fossi già morto;
ma ora che ho compreso
che senza il mondo non si vive,
non mi interessa
quello che gli occhi raccontano
e se non potranno più mostrarmi il mondo,
li terrò chiusi,
nella speranza di ritrovarlo,
perché io so, che da qualche parte,
il mondo vive ancora:
d'ora in avanti, le mie parole
picconeranno queste mura
per raggiungerlo di nuovo
e se non ci riusciranno,
male che vada,
avrò già la fossa pronta.

home page | bando concorso | arti visive | letteratura | premi speciali | video | il centro | contatti | credits e partners | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu