Giuseppina Amodei - XXXIII Premio Firenze

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Giuseppina Amodei

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PREMIO MARIO CONTI
a
GIUSEPPINA AMODEI (in memoria)

con la seguente motivazione:

Personaggio eclettico, donna e scrittrice straordinaria. “Maestra” ed educatrice dalle idee innovative, inizia il suo percorso  letterario pubblicando molteplici saggi pedagogici. Successivamente si distingue nel panorama della letteratura italiana con una vasta produzione di opere teatrali, poesie, romanzi ed articoli sulle riviste specializzate. Significativo e produttivo il suo incontro con il grande poeta inglese Peter Russell  che “adotta” e fa adottare dal Comune di Pian di Scò, fino a creare, nel 2001, l’Associazione Peter Russell, fautrice di eventi culturali di notevole rilevanza.
Nel 1995, incontra il poeta, scrittore e critico letterario, Mario Conti che, da grande conoscitore delle potenzialità  letterarie degli scrittori, le pubblica, con la Casa Editrice del Centro Culturale Firenze-Europa,  la prima raccolta di poetica “Cartigli”. Da quell’anno in poi, le pubblicazioni di Giuseppina Amodei si susseguono con ritmo incalzante e con riconoscimenti a livello nazionale. Nel 2012, da una sua idea di intendere la poesia come vettore per uno sviluppo integrale dell’uomo, dà vita al Movimento “Luogomondo” ovvero ad una “Idea Futuribile in forma poetica” che, nei suoi vari obiettivi tende a scardinare l’indifferenza e a rivalutare un’umanità che sta rischiando di perdere la sua umanità.
Infine,  “Luogomondo”, rientrando in un progetto interculturale, viene condiviso dalle voci poetiche più conosciute in Italia e all’estero che si erano assunte l’impegno nello sviluppare il progetto e nella stesura di un vero e proprio “Manifesto”. A chi pensava che il progetto fosse troppo impegnativo  e utopistico, Giuseppina Amodei rispondeva con le parole del poeta Alphonse de Lamartine “le utopie spesso non sono altro che verità premature”.
Giuseppina Amodei aveva, tra i suoi vari talenti, anche quello di saper guardare lontano.



dalla Raccolta: DESERTO DEFINITO

NON PUOI SCEGLIERE NOTE DI METALLO

Non ho visto la guerra
La mia generazione
risparmiata
Di morte
- simulata -
sono piene le gabbie
(comandate).

Te-le-di-se-gno.

Icona virtuale.

Il sangue
qui
è colore intrappolato
che scorre nella rete artificiale
ed il fuoco che uccide
sembra un fiore
che si sveglia improvviso.

Anche la pace
- sai?-
non ha bandiera
è solo una cartina
ricucita
da croci che segnalano il confine
tra colline e pianure.

-Niente grano-

Non puoi
restare
chiuso dentro il cubo
con gli occhi di cristallo
che si fanno
ogni istante
di sguardo parallelo.


Non puoi scegliere
note di metallo
per narrare un dolore che non vedi.

Ed allora ti affacci
sopra l’orlo
cerchi la diagonale della Storia
oltre i confini
dello spazio fisso
della macchina figlia
del pensiero
intelligente.

Certo
intelligente
la tua valigia che diventa
tasca
e l’occhio
che attraversa il meridiano
senza pellicola.

Solo la forza
è debole

Lasciare
ogni cosa
creata dalle mani
ogni piccolo spazio conquistato
ogni gioco giocato
(forse vinto)
ogni solida altezza

Ma il percorso del Dubbio è il mio gigante fuoco febbre paura

Devo andare
Questo il disegno

Il vento mi è compagno.

 

 
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