dalla Raccolta: DESERTO DEFINITO
NON PUOI SCEGLIERE NOTE DI METALLO
Non ho visto la guerraLa mia generazione
risparmiata
Di morte
- simulata -
sono piene le gabbie
(comandate).
Te-le-di-se-gno.
Icona virtuale.
Il sangue
qui
è colore intrappolato
che scorre nella rete artificiale
ed il fuoco che uccide
sembra un fiore
che si sveglia improvviso.
Anche la pace
- sai?-
non ha bandiera
è solo una cartina
ricucita
da croci che segnalano il confine
tra colline e pianure.
-Niente grano-
Non puoi
restare
chiuso dentro il cubo
con gli occhi di cristallo
che si fanno
ogni istante
di sguardo parallelo.
Non puoi scegliere
note di metallo
per narrare un dolore che non vedi.
Ed allora ti affacci
sopra l’orlo
cerchi la diagonale della Storia
oltre i confini
dello spazio fisso
della macchina figlia
del pensiero
intelligente.
Certo
intelligente
la tua valigia che diventa
tasca
e l’occhio
che attraversa il meridiano
senza pellicola.
Solo la forza
è debole
Lasciare
ogni cosa
creata dalle mani
ogni piccolo spazio conquistato
ogni gioco giocato
(forse vinto)
ogni solida altezza
Ma il percorso del Dubbio è il mio gigante fuoco febbre paura
Devo andare
Questo il disegno
Il vento mi è compagno.