RIMANE ICASTICO
Ombrellare con il fare finta una gioia dipinta
parlare di altro sotto mille cieli di domani
cancellare l’indirizzo di una casa variopinta
zuzzerellare coi raggi d’autunno nelle mani
Si può fare, potrebbe andare. Io dico tanto
è sempre meglio di un uomo che ha pianto
ombrello, parlo, cancello e zuzzerello
ma forse, non basta nemmeno quello
sconvivere dal vivere che morire mi fa quasi
scucire spifferi di brezze di certezze anonime
saltare i titoli di coda e rivivere scene e frasi
slegarsi dal passato e le sue pagine omonime
Reflussi di miei visceri vengono ad assalirmi
non appena di colori sperimento in vestirmi
sconvivo, scucio, salto, rivivo per slegarmi
ma forse basta no per dal male spurgarmi
suturare un legamento tra parole e il mento
stillare la siccità che di promesse è satollata
murare i vani dell’anima con il piacimento
ed accontentarsi di una speranza rincollata
Non mi importa più a quale porta bussare
ora che il cuore non c’è, la testa saprò usare
suturo e muro ogni futuro che nasce infranto
ma rimane icastico che l’ieri mi manca tanto.