XXXI Premio Firenze


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Sergio Tinaglia

letteratura > premiati letteratura

SEZIONE A - POESIA EDITA

PREMIO MARIO CONTI
SERGIO TINAGLIA

per il volume



"IO SO… PARLAR D'AMORE"
(Edizioni del Leone- Dicembre 2011)

con la seguente motivazione:


Autore eclettico, dai molteplici interessi culturali, ha pubblicato opere in narrativa, poesia, saggistica e grafica. Notevole anche la produzione di testi per il teatro, per film e televisione.
L'antologia "Io so … parlar d'amore", presentata al Premio Firenze, ricostruisce tutta la sua ampia creazione poetica iniziata sin dal 1958.
Come si può ben intuire dal titolo, l'opera è completamente dedicata all'amore in tutte le sue forme e sfaccettature: da quello per la donna, la madre, i figli, fino alle liriche tratte dall'opera "La Via Crucis nel nuovo millennio" o quelle della raccolta: "Africa addio: un bacio sul cuore".
Attraverso una narrazione lucida, evocativa, e pervasa da una tensione costante, la sua anima grida non soltanto il dolore e la solitudine, ma anche la bellezza dell'amore che sa donare e ricevere.
Leggendo questa antologia, i membri della Giuria hanno condiviso lo stesso pensiero: le poesie e la personalità di Sergio Tinaglia sarebbero state sicuramente apprezzate da Mario Conti.




… essere liberi è amore

Non si guarda mai abbastanza il cielo
e così si perde la possibilità
di essere accolti nel gotico delle cattedrali
che l'anima costruisce dentro al cuore di ogni uomo.

La mia anima ha sapore di preghiere,
di ninne-nanne ed anche di carillon e suoni d'organo.

La mia anima ha sapore di antiche dolcezze
e di antiche percezioni.

La mia anima,
quando la sera giunge, con le sue tavolozze e la sua pace,
indugia ad ascoltare il silenzio delle favole.

In compagnia della mia anima
ritrovo la consapevolezza di essere vivo
e sento di cogliere il giusto segno
per ogni realtà che muta
e che accende nei miei pensieri
candelabri d'amore.


Allora vedo la mia anima
che gioca con tutti i bimbi del mondo,
la vedo sorridere fra i petali dei fiori,
sulle ali delle farfalle,
nel ventre gonfio delle madri
ed irrorarsi delle lacrime
di chi soffre.

Allora io sono la mia anima
e sento che a volte si trasforma in una tazza di luce
cui intingere le dita
per segnarmi la fronte ed il petto.

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