XXVIII Premio Firenze


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Filippo Inferrera

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SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO D'ORO
FILIPPO INFERRERA

per la poesia inedita

con la seguente motivazione:


Il verso libero non grava sulla fluidità melodica di questa lirica, di sicuro impatto emotivo. La ricerca della sonorità è bensì affidata all'uso di un lessico dall'acustica ricercata e infrequente, spesso simbolico, che serve a creare una straordinaria quantità di immagini che si scompongono e si ricreano ad ogni verso.
Senza esercizi di virtuosismo formale Filippo Inferrera ottiene così il lirismo cercato con una cifra stilistica efficace ed assolutamente personale.

NEL BUIO QUIETO DELLE SERE

Mordo con cadenze scheggiate la solitudine
che musica i cancelli e intreccia danze di rosaviole,
quando mi appari avvolta nel mantello dell'ombra.
Si veste l'infinito del nostro amore di piena voce,
confuso diritto di vivere senza vitalità perdenti.
Il presente non dà riposo e rincorre boschive altitudini,
gli affetti più preziosi sono pagine di diario
che si accendono e si spengono, si spengono e si accendono.
Tu, dentro la radice, fiume di lava, vuoti la braccia
argano fissato nel silenzio. Silenzio di abbandono
nel buio quieto delle sere, ala di uccello a noi ignota.
Apro l'ultimo mio verso e invecchio lungo viali di platani,
fino a te il mio destino sprofonda, sfido prima il verbo
poi il seme. È un indizio il tuo essere corporeo,
non conferma se la follia è ancora desiderio di amore.
Qualche volta ho vissuto senza ricordi, senza profumi,
e quando ho recuperato le tele dei sogni ho scommesso,
ho vagato, ho colorato di strepiti la mia umanità.
Ora, ti sfiocco nel mio calesse d'erbaluce,
ora, riemergo dal tuo suono futuribile in metamorfosi,
dove tu giaci si priva il tuo corpo di certezze di roccia,
dentro un rivolo di sangue annega la mia barca.

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