Izzi Alessandro - XXXVIII Premio Firenze

XXXVIII Premio Firenze
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Izzi Alessandro

letteratura > premiati letteratura
SEZIONE  A - POESIA  EDITA

MEDAGLIA DI BRONZO (ex-aequo)
ALESSANDRO IZZI

per il volume



“REQUIEM DAL BUIO E DAL FRASTUONO”
(Giovane Holden Edizioni - Viareggio 2018)

con la seguente motivazione:

Con Alessandro Izzi, esploratore dell’arte, assistiamo all’opera “Requiem dal buio e dal frastuono”, un libro sui generis che impone attenzione. Per descrivere l’indicibilità del silenzio, la sofferenza coatta, la devastazione del dolore, che infrangono gli argini della psiche e della ragione, e quando l’anima è un animale ferito, come direbbe Marina Cvetaeva, nulla permane se non fare amicizia con la morte per conservare il respiro. Sembra essere questa l’ipotesi del poeta per intrecciare l’esperienza alla scrittura, dopo un lungo scavo archeologico-spirituale, alla ricerca dei propri resti. E in tal senso, ben lontano da speculazioni nichiliste, egli apre al lettore un teatro poetico-musicale e con palese originalità stilistica, propone una “Messa di Requiem” per tutti i vivi inconsapevoli e i morti di solitudine, disperazione, abbandono, destino… Una vera liturgia poetica in cui si elabora il lutto, e lo si rende potabile nella polifonia della “riconciliazione”, per accompagnare (a messa finita) i fedeli della poesia verso la “pietas” che bonifica l’anima.

La Giuria del Premio Firenze

dal volume:

HOSTIAS ET PRECES

Domani la lacrima
che scavi paziente
il tuo volto di pietra scolpito.

Donamela
per scoprire sotto il sasso sordo
la carne che eri
e la sete di gioco e di stupori.

Donami il pianto
che sciolga il sale
del voltarti alla tua Gomorra
tra calcinacci e polvere di casa.

Non so trovare
da solo
le chiavi del sospiro frantumato
ed ogni porta è aperta
al mio bisogno di capirti
ed ogni stanza aspetta
la cura al tuo dolore.

Per cui insegnami
come arare il cielo
sul fondo del tuo cuore
e progetta il pozzo da scavare nel mio
per la sete dei tuoi solchi,
così che insieme
si voli oltre l’affanno della notte,
ciascuno finalmente riannodato al suo silenzio
come l’oro che lega coccio a coccio
e del disastro canta
il vecchio vaso
il sospirato nuovo senso della crepa.

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