Calabrò Corrado - XXXVIII Premio Firenze

XXXVIII Premio Firenze
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Calabrò Corrado

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SEZIONE  A - POESIA  EDITA

FIORINO D’ORO
CORRADO CALABRÒ

per il volume



QUINTA DIMENSIONE
Poesie scelte 1958-2018
(Mondadori libri - Milano 2019)

con la seguente motivazione:

L’opera di Corrado Calabró è un florilegio, nel più autentico significato del termine: ogni pagina racchiude un fiore, un frammento dei 60 anni di felice connubio tra vita e poesia, che l’Autore restituisce con tutta la potenza evocativa e, al contempo, con tutta la delicatezza che gli sono sempre state proprie. Questa sua opera omnia stupisce per profondità delle immagini e riconferma l’indiscusso valore letterario dell’autore, proiettandolo tra i nomi più fulgidi della poesia italiana a cavallo tra XX e XXI secolo.

La Giuria del Premio Firenze


dal volume:

IL FILO DI ARIANNA

Aspetta ancora un poco
l’attesa sa filare un lungo filo.

È segnato in un codice il tuo giro,
è stampato in un filo da filare.
No, non lo trovi già sgomitolato:
lo devi estrarre, come fanno i ragni,
dalle tue stesse ghiandole e filarlo
attraverso la testa: starci appeso
con tutto il corpo, come un impiccato.

Fila ogni giorno e non guardare in basso:
questo filo s’allunga col tuo peso
e in nessun caso lo puoi riannodare.
Lo so che all’altro estremo lei t’attende,
ma ancora un poco lasciala aspettare.

Non dimenarti e non dare strattoni;
più si conficca e più fa male, l’amo.
Secerni solo il filo che ti occorre
per non restare indietro alla corrente
ma, quando t’è contraria, dalle spago.

Fila il tuo tempo come cresce il grano
apri grandi occhi liquidi nel mare:
c’è una ninfa elusiva in ogni anfratto,
gravi i pesci le vanno a visitare.
Pigliala larga, come fece Ulisse;
anche per lui Penelope filava.



Fila ogni nave, sola, la sua rotta
e dietro si richiude la sua traccia.
Districati dal filo ch’è già scorso,
resta attaccato al bandolo coi denti;
non puoi smarrirti in questo labirinto
fino a che hai dentro il filo da filare.

Fila ogni giorno, ma un poco più piano,
torci bene le fibre ad una ad una;
s’intreccia e scambia in esse il tuo passaggio
su un ciglio dove manca spesso il piede,
è in esse ch’è racchiuso il tuo messaggio.
Nella cordata non c’è un capofila,
non tende un cieco ad un cieco la mano;
dall’essere al capire è un lungo giro,
c’è ancora un filo che ti può guidare.

Solo una volta t’è dato filarlo:
e quando un giorno ne verrai a capo
lì troverai che il filo è terminato.


(1981)
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