Rita Muscardin - XXXVII Premio Firenze

XXXVII Premio Firenze
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Rita Muscardin

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SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO D’ARGENTO (ex-aequo)
RITA MUSCARDIN

per la poesia inedita

“L’AMORE DIVERSO”

con la seguente motivazione:

Siamo davanti all’incontro sublime tra musica e potenza immaginifica dei versi. Il tema principe della poesia, cioè il canto dell’amore, viene qui declinato in una forma del tutto originale e scevra da qualunque convenzione letteraria, al punto tale da convincere ciascun lettore che quello di cui l’autrice è protagonista è veramente un amore speciale, ineguagliato, “diverso”.

La Giuria del Premio Firenze
  
L’AMORE DIVERSO
Vorrei tu ascoltassi per capire …
Io lo so che l’amore è solo un abito da indossare,
diverso nel colore, nella fantasia, nella misura,
ma il corpo che riveste è sostanza dello stesso cielo,
anima di stelle in derive di sconfinati universi.
Io lo so che adesso vorresti cancellare i giorni
consumati nell’agonia di ore tristi, lacrime di neve
dentro al silenzio di una stanza buia
a nascondere quel che ancora non capivi,
il riflesso di uno sguardo e un’onda solitaria
a increspare il tuo mare di sereno azzurro.
E ti sentivi un errore, un azzardo di amore
In un mistero troppo grande
mentre un pensiero  strano diventava un sogno
nascosto dietro l’ombra della notte.
La paura di essere sbagliato,
perdersi per non tornare, non voltarsi indietro
e fingere amori a senso inverso
E non c’è perdono nell’ipocrisia della gente perbene,
pietre di silenzio a segnare confini
e distanze che non si possono colmare.
Rimani rannicchiato dentro un sogno,
dentro un desiderio ai margini del cuore
e in ogni respiro quel sottile dolore
e una notte sbiadita senza lucciole né stelle
mentre aspetti che arrivi l’onda, mare dove naufragare.
Ali di pietra anima di farfalla
e quell’amore diverso disteso accanto,
una dolce malinconia dietro ombre in dissolvenza
e il crepuscolo nel cuore.
Ora sai che il tuo corpo è terra di confine,
ignota frontiera senza luoghi di ritorni
dove la parola s’attarda, si perde nel nulla
quando bevi il tuo calice di lacrime
in una solitudine che sa d’inverno
e invochi la morte per fare pace con la vita.
Ma forse questa rugiada di stelle che annuncia l’alba
ti sorprende a coniugare respiri
in un tempo declinato all’infinito.
Nel silenzio nasce una parola,
un sussurro in un grembo di tenerezza,
quasi una preghiera per raccontare a Dio
la pioggia, il mare, il quieto azzurro di un tramonto,
la storia del tuo amore diverso.

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