Premessa per il Catalogo Arti Visive del Presidente della Commissione Giudicatrice - XXXV Premio Firenze

XXXV Premio Firenze
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Premessa per il Catalogo Arti Visive del Presidente della Commissione Giudicatrice

arti visive
«...All'artista-stregone del paleolitico si sostituirà l'artista-sacerdote egiziano, l'artista-medico greco, l'artista-monaco, l'artista alchimista del paleocristiano e del Medioevo, l'artista scienziato e ricercatore del rinascimento e dell'illuminismo, l'artista-testimone e profeta, vittima e ancora una volta sacerdote dei "riti" e dei "misteri" dell'era tecnologica...» con queste parole intendevo rispondere ai ricorrenti interrogativi “cos'è l'arte, chi sono gli artisti?” nell’introduzione alla rubrica “storia e tecniche del fare pittorico” che scrivevo per Eco d'arte moderna (n. 26, marzo 1980) incoraggiato dal direttore Paolo Baracchi amico indimenticato, mio predecessore in questo ruolo di coordinatore della commissione artistica.
Sono ancora convinto di questa definizione oggi che, nella continua crisi di valori e paradigmi, la domanda si fa ancora più insistente e le risposte si moltiplicano contraddicendosi. Mi sento di aggiungere che, come ogni professione o mestiere si basa su codici propri, anche l'artista dovrebbe rispondere quantomeno ai principi su cui si fondano le tecniche artistiche basilari per divenire “linguaggi” della comunicazione per immagini che spesso, piegandosi alle “regole del mercato”, inducono in confusioni interpretative.
Dunque fra le possibili “regole”, mi piace pensare come ciascun artista, fatti propri alcuni elementi chiave del fare pittorico, dopo molto impegnativo lavoro e ancora lavoro, lavoro e lavoro, riesca a mettere a punto quasi senza accorgersene una propria tecnica che farà di lui un artista riconoscibile. Un percorso, sicuramente non facile, che parrebbe evocare la regola d'oro degli alchimisti, “Lege lege relege, ora et labora. Invenies”.
Nonostante la pesante influenza dei colossi del marketing internazionale dell'arte, lasciatemi aggiungere che questo continuo sforzo prefigura, alla fine, il vero amore per l'arte, quello stesso valore che ha fatto dire a Marc Chagall “nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore”.
I nostri artisti, quelli veri, lottano quotidianamente per non far morire il loro straordinario lavoro, nella loro solitudine, nel loro silenzio che viene spezzato dal grido della personale espressione artistica.
Testimonianze artistiche che il Premio Firenze accoglie ben volentieri negli spazi di visibilità, fisica e virtuale, anche in questa XXXV edizione del Premio, la XXIV in cui si esprimono le Arti Visive.
Quando riusciamo ad intercettare nelle opere presentate qualcuna delle condizioni sopra indicate riteniamo compiuto il nostro lavoro in commissione. I miei ringraziamenti dunque a tutti gli artisti partecipanti che, proponendosi, non esitano a mettersi in discussione confrontandosi con spirito costruttivo.
In questa ottica di valori e di libertà espressive, con questa edizione è stato ampliato il pacchetto delle possibili gratificazioni, non soltanto istituendo per la prima volta dei premi acquisto, ma allargando a tutti i partecipanti lo spazio virtuale e per questo processo di crescita ringrazio il Presidente Marco Cellai che si è speso con lungimiranza in questa direzione.

Riccardo Saldarelli
Presidente della
Commissione Giudicatrice per le Arti Visive
 
Copyright © 2017 Centro Culturale Firenze-Europa "Mario Conti"
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