Carmelo Consoli - XXXV Premio Firenze

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Carmelo Consoli

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SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO D’ARGENTO (ex-aequo)
CARMELO CONSOLI

per la poesia inedita

“IL BIANCO DELLE CASE”

“Leggendo la poesia di Carmelo Consoli, si ha l’impressione di assistere alla sequenza di un film ambientato, in prima battuta in una Sicilia degli anni ’60 e, successivamente, ad un luogo dell’anima altrettanto autentico nella memoria di un tempo felice “tra limoni e stoppie arse” in contrapposizione al “vivere nel macero dei sogni” dell’oggi.  I versi che scorrono -tutto d’un fiato -, in perfetta sintonia con la cifra linguistica, creano una vera sinfonia”.

La Giuria del Premio Firenze
  
IL BIANCO DELLE CASE

Ombre lente nella nebbia dei canali
andiamo e tu mi chiedi se vedo ancora
il bianco delle case, se salgo ai sentieri
di polvere e ghiaia e seguo l’odore aspro dolce
dei limoni, delle stoppie arse
nella placida calma della piana.
Ricordi l’illusione che fosse eterno il paese,
senza fine il cielo con le piccole porte
sulla strada, le tende azzurre a sventolare
nei vicoli stretti, l’unica piazza, l’unica fontana?
                          Ricordi le grida, le corse
        a perdifiato tra l’erba e il frumento,
        noi ragazzi nella sfida da grandi
        per un gioco, un tenero bacio come lusinga?
        Mi chiedi se oggi nell’agonia degli anni,
        nel grigio dei palazzi esiste ancora quel mondo      
        di fragranze, indenne dai dolori, rimasto
       unico e abbagliante oltre i confini dei naufragi.
                            Lo sai. Non ci illude più la favola
dell’isola magica e segreta, altro è il tempo nostro,
altro vivere nel macero dei sogni.
Ma se guardo con ogni di fanciullo
al di là delle brume vedo il volo d’oro delle farfalle
e calabroni, mi perdo tra bianchi gelsomini.
                           E lascio tra muri di periferia le spoglie
d’una vita d’ansie e lotte, l’amarezza
di non essere stato quell’eroe a cui pensavo
per entrare nei tornanti di zagare d’agosto,
nelle aie serene della sera con il viso tra le stelle
ad ascoltare sinfonie di grilli, sognare
fuochi rossi di lucciole vaganti.
                            Ricordi il bianco delle case?
Quell’esistere lieve e ventoso?
Così sarà quel giorno che verrà:
un lontano salire nella controra dei muretti,
verso la cima del paese noi soltanto e l’età felice.
 

Copyright © 2017 Centro Culturale Firenze-Europa "Mario Conti"
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