Premessa per il Catalogo Arti Visive del Presidente della Commissione Giudicatrice - XXXIV Premio Firenze

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Premessa per il Catalogo Arti Visive del Presidente della Commissione Giudicatrice

arti visive
“Non credo nell'arte credo negli artisti” questa frase di Marcel Duchamp ha cominciato a ronzarmi in testa rientrando da una mostra, perduto come sempre in riflessioni senza risposta sul significato dell’arte e sul ruolo degli artisti domandandomi cosa scrivere quest’anno sul Premio Firenze.
Decido di buttar giù un rapido pensiero sugli artisti: mi piace quantomeno dividerli, semplificando s’intende, tra quelli che nascono “imparati” che si autoproclamano maestri quelli, cioè, con la puzza sotto il naso e quelli che rispettosamente riconoscono sempre tutti i maestri che hanno direttamente o indirettamente frequentato. Sono quelli cioè che attraverso la loro ricerca artistica ed esercitando il loro naturale diritto alla soddisfazione della propria curiosità dimostrano di essere continuamente pronti ad imparare, quindi di confrontarsi e fanno tesoro di ogni persona o situazione da cui trarre qualche insegnamento utile al loro percorso.
Sono consapevole essere questa una provocazione ma è utile, a me che da più di cinquant'anni vado praticando ed insegnando cose dell'arte, per invitare a soffermarci su un aspetto che spesso sfugge o si sottovaluta, proprio quello dell'apprendimento e della trasmissione dell'arte.
Dunque, artisti attenti e disponibili possono conseguire alcuni risultati, proprio in ordine all'apprendimento ed alla trasmissione dell’arte anche attraverso una manifestazione come la nostra che io sostengo essere valida nella sua semplicità e soprattutto per la sua capacità di offrire verifiche esperienziali. Tralasciando in questa sede il gruppo degli artisti “nati imparati” che non hanno bisogno di nessuno prevalendo il loro compiaciuto narcisismo, congeniale ad un artista solo se in giusta dose, ritengo quindi che ci si possa occupare dell'altro gruppo di artisti quelli che per conto mio sono più interessanti, quelli in divenire quelli che si mettono sempre in discussione. Ebbene, una vetrina come la nostra può offrire a questi artisti, sicuramente a quelli più sensibili, nelle loro diversità di espressione, una occasione, pur effimera, una possibile vetrina, per potersi confrontare con altre tipologie e con altri ricercatori. E mi piace concludere con una frase di Austin Kleon che in un suo recente e godibilissimo libretto dice “se ci si libera dal fardello di essere completamente originali, si può smettere di provare a trarre cose dal nulla per accogliere le influenze invece di sfuggirle”.
Un giusto ringraziamento al Presidente Marco Cellai cui si deve, nonostante i crescenti impegni organizzativi, la continuità di questo appuntamento, ai membri della commissione artistica e, infine, per tutti quelli che lavorano a questo progetto donando a dir poco il loro tempo, a Simone Baracchi che anche così onora la memoria di suo padre Paolo, grande protagonista della comunicazione dell’arte a Firenze e non solo.

Riccardo Saldarelli
Presidente della
Commissione Giudicatrice per le Arti Visive



 
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