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SEZIONE A - POESIA EDITA
FIORINO D'ARGENTO (ex-aequo)
BARBARA PUMHÖSEL
per il volume
"PRUGNI"
(Cosmo Iannone Editore - Isernia 2008)
con la seguente motivazione:
L'impressione è di essere equilibristi su un filo troppo sottile mentre le espressioni di questa poetessa sono capaci di espandersi risultando in un gioco di parole, quasi uno squilibrio. Esiste una leggerezza profonda in questi flussi di pensiero entro cui si muove la sua poetica.
L'albero del "prugno" ha valenze simboliche come conforto, rifugio, indignazione e morte decantando unicamente realtà e immaginazione, fondendo, cesellando. Il solito vecchio cammino. Dove ci si incontra, ci si possiede.
SIMMETRIA ASSURDA Da mio padre vorrei non solitarie parole ma insiemi matematicamente infiniti valanghe fiumi parole senza la capacità di celarsi vorrei ma nel mio desiderio si annida la rinuncia sarebbe chiedere troppo a chi ha sempre parlato a voce bassa a chi considerava anima gemella soltanto la rugiada forse per quel suo ineluttabile saper tacere (ed io allora colpevole di non incontrarla mai) forse per essa ha amato le ore mattutine e ancora d'estate si alza alle quattro per darsi da fare nei campi deve chiedere aiuto ormai quando i bottoni sono piccoli troppi calli sulle dita rigide ma ancora sale sul prugno e sullo stesso albero salgo anch'io e ci fermiamo sullo stesso ramo ma non ci incontriamo sappiamo scegliere i tempi non oltrepassiamo la soglia per entrare nel mondo dell'altro innalziamo valli in cui ho sotterrato domande mute richieste di bambina forse da me - figlia anche di tempi diversi - si aspettava coraggio in più una breccia ed io mi chiedo se uso la penna per paura del suono - delle parole dette non ha svelato le ferite per cui ha scelto il silenzio e tra di noi prima di ogni possibile comunicare si innalza un muro resistente invisibile insuperabile una volta sola io ero piccola abbiamo condiviso parole ci siamo incontrati in una filastrocca dalla simmetria assurda e perfetta nelle rime rare del suo dialetto e nelle risa trapelate attraverso la corazza sento dentro di me l'urgenza del tempo che scade l'impossibilità di creare un ponte di voce prima che sia tardi so che non oso e già - come un giardiniere devoto - sto coltivando il rimpianto. |