XXXII Premio Firenze


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Hafez Haidar

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SEZIONE A - POESIA EDITA

FIORINO D'ORO
HAFEZ HAIDAR

per il volume



"L'ULTIMO PROFETA"
Gibran nel mio cuore
(Edizioni Tracce - Pescara 2014)

con la seguente motivazione:

Con asciutto e allusivo simbolismo, Hafez Haidar reinterpreta il messaggio profetico di Khalil Gibran, in una silloge intensa e originale, che unisce memoria e profezia, nitore dello stile e ricchezza di contenuti, ricerca espressiva e spessore etico. Finezza espressiva e profondità di valori compenetrano questo omaggio a uno dei maggiori poeti e mistici del secolo scorso, opera di un grande studioso delle religioni del libro.


La Giuria del Premio Firenze


dal volume
L'ULTIMO PROFETA
Gibran nel mio cuore
(Edizioni Tracce- Pescara 2014)

Dopo aver consumato le sue ultime energie come una debole candela l'Amato cadde a terra privo di sensi. Nell'ora del tramonto, proprio mentre una possente nuvola grigia incombeva su Gerusalemme, apparve chiaro che i suoi giorni erano ormai giunti alla fine. Con il poco fiato che gli era rimasto recitò:


"La paura serpeggia nel mio corpo
E mi consuma giorno dopo giorno.
Perdo il fiato,
Trema la mano,
Con affanno respiro,
Remo con foga nell'arcano mare del mio destino.
Ricerco la vita, spezzata all'improvviso,
Scagliata lontano
Al largo dell'ultimo giorno.
Afferro con le mani
L'ultima luce, l'ultimo sorriso.
Il fantasma della morte bussa con assordante grido.
Urlo non è il tempo di scomparire
.
Poi guardando il sole che era diventato una palla arancione sulle cupole e sui tetti di Gerusalemme , recitò tra una lacrima e un sorriso;

È tramontato il pallido Sole
All'orizzonte.
La luna è sparita
Nel mare del nulla.
Il buio avvolge tutto,
Avanza spietato,
Incute silenzio e paura.
Il mio cuore ridente è trafitto
Sprofondato negli abissi.
Cerca un filo di luce
Tra la nebbia del mio destino.
Trova ovunque solo il silenzio
Ricamato con un ago rosso
Sull'ultimo filo della tela
Della mia vita.
Non riesco a piangere.
Devo affrontare
Quel maledetto arrogante mostro
Che mi ha divorato il corpo
Pezzo dopo pezzo.
Non ho paura.
Cerco ancora l'ultimo raggio dell'àncora
Della salvezza sull'ultima spiaggia
Della mia vita.

E ancora con un filo di voce intonò:

"Sogno di vivere in un mondo senza frontiere
E senza paure,
Dove la guerra è il ricordo
Di un vecchio passato.
Sogno di vivere in un mondo
Dove non esistono né bombe né Kamikaze,
Dove una madre non versa lacrime amare
Sul viso insanguinato di un neonato.
Sogno di vivere in un mondo
Dove gialli, neri, bianchi e rossi
Si tengono tutti per mano,
Dove cristiani, musulmani ed ebrei
Pregano nello stesso luogo,
illuminati dalla stessa luce
Che irradia tutti i giorni
I cuori dei bambini.
,


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