SANTA CROCE E CAPPELLA BARDI

ANALISI DEGLI AFFRESCHI

L'analisi degli affreschi della Cappella qui presa in esame esige il confronto costante con gli affreschi omonimi eseguiti ad Assisi. Vedremo infatti come Giotto abbia ripreso gli stessi temi, gli stessi personaggi rappresentati circa venti anni prima, e li abbia rielaborati con una maggior unità compositiva.L'impiego dei personaggi, ma anche la medesima disposizione spaziale ci aiuteranno ad effettuare un sistematico rilievo dei cambiamenti stilistici ed espressivi del maestro. Inizieremo con l'analizzare la disposizione spaziale, con l'ausilio degli allegati, e per finire ci addentreremo in una critica espressiva più approfondita.

LE STIMMATE

Giotto riprende fedelmente la tradizione, secondo cui San Francesco ricevette le stimmate sul fianco del monte della Verna. Questo monte fa da sfondo alla scena, ed è raffigurato, in modo simile in tutte le icone, come scarso di vegetazione e molto roccioso. Oltre all'affresco omonimo della Basilica Superiore di Assisi troviamo lo stesso tema svolto nella tavola con fondo orato, conservata al Louvre. La tavola del Louvre si differenzia soprattutto per la scelta del fondo–oro, che pur limitando gli effetti di profondità, conferisce altresì un tono idilliaco, soprattutto nelle piccole scenette decorative inserite in basso. La disposizione del Santo è leggermente ruotata verso l'osservatore, mentre la distanza fra questo e il Cristo è assai ridotta. Tutta la rappresentazione risulta di conseguenza molto raccolta e gli elementi architettonici molto piccoli e marginali, sono costituiti dalle due chiesupole. Nell'affresco di Assisi risulta migliore l'andamento narrativo, grazie alla presenza del frate intento alla lettura situato sul bordo inferiore destro. La posizione di San Francesco è di poco diversa da quella della tavola, mentre la distanza fra i due personaggi principali è maggiore. Le chiesine sono notevolmente ingrandite e sono più particolareggiate a livello decorativo. Nella Cappella Bardi vediamo invece come tutto l'affresco sia strutturato in funzione della posizione dell'osservatore, quindi verso il basso.

La posizione del Santo è notevolmente cambiata, assume un certo movimento, emblema delle conquiste pittoriche nelle rappresentazioni umane da parte di Giotto. Possiamo notare nel Santo come un sussulto compreso fra lo stupore e l'estasi mistica. Le mani non sono più raccolte verso il busto, ma si aprono in modo scomposto, come a simbolo dell'accettazione da parte del Santo di tale evento. L'inarcazione del busto aumenta la sensazione di dolore mistico e l'efficacia rappresentativa. San Francesco che occupa il maggior spazio narrativo, è in primo piano mentre il Cristo, che è di dimensioni più ridotte, sovrasta meno il campo prosaico. La caratteristica che ritroveremo in tutto il ciclo pittorico è la scelta rappresentativa da parte di Giotto di un San Francesco inedito, nel fiore degli anni e senza la vistosa barba , che invece è l'epiteto fisso non solo di tutte le rappresentazioni contemporanee al Nostro ma anche di quelle successive.

LA RINUNCIA DEGLI AVERI

Nell'affresco di Assisi la decisiva scelta di vita di Francesco è ben definita da Giotto tramite una forte interruzione compositiva, tanto da risultare una divisione bipartita così distribuita. Da una parte troviamo semi nudo il giovane Santo che alzando gli occhi e le mani al cielo, si rivolge ad una mano che da lì esce. Dietro di lui sono rappresentati il vescovo di Foligno che lo copre con un mantello e alcuni personaggi che sembrano appartenere all'ordine religioso. Il distacco narrativo è accentuato dai due edifici architettonici, molto elaborati, che sebbene costruiti con una prospettiva ancora ingenua, ma con un senso dei volumi molto accentuato fanno da scenografia. Dall'altra parte c'è il padre con intorno tutto il popolo di Assisi, che condivide lo sdegno paterno, mentre un uomo lo tiene per un braccio. Pressoché identica troviamo la scena all'interno della nostra cappella, ma con alcune modifiche eccellenti ai fini espressivi. La lunetta in questione è meno bipartita, grazie al complesso architettonico che fa da sfondo senza spezzare l'andamento narrativo, ma anzi unendolo. I personaggi sono più curati sia nei volti, sia nei vestiti, ed infine nella struttura anatomica. Lo slancio del padre verso il figlio è accentuato dalla flessione in avanti, e dal gesto di alzarsi il lungo vestito per muoversi. San Francesco è di poco variato, mentre il vescovo stavolta sembra abbracciarlo più che coprirlo. Dietro il vescovo c'è solo una persona che potrebbe far parte dell'ordine religioso, mentre vi sono nuovi personaggi dalle fisionomie "gentili" ed appare una donna con il bambino, elemento ripetuto anche dall'altra parte.

L'APPARIZIONE AL CAPITOLO DI ARLES

Nell'affresco presente nella Cappella Bardi l'architettura molto curata, ma scarna di decorazioni, mette in risalto la trama compositiva. Questo contrasta violentemente con l'opera omonima ad Assisi, nella quale l'ambiente retrostante alla scena d'azione è svolto in maniera scenografica, inoltre il particolare edificio consta di elementi decorativi minuziosi. Si possono notare le finestre bifore, e alcuni particolari architettonici tipici del gotico. Nell'affresco di Firenze inoltre, l'artista si è soffermato di più sull'aspetto mistico della vicenda, scegliendo per questo motivo un'impostazione compositiva più schematica.La scena è vista frontalmente, e non più di scorcio, inoltre gli elementi architettonici scandiscono il tempo prosaico, unendo ma allo stesso tempo evidenziando la scena. San Francesco è posto centralmente sotto un arco, mentre i personaggi sono disposti simmetricamente intorno a lui. Questa simmetria manca completamente ad Assisi, dove fra l'altro la scena è vista di scorcio, e i personaggi accanto al Santo sono rappresentati in maniera più diversificata.

I FUNERALI DI SAN FRANCESCO

Delle due pitture murali che rappresentano i funerali di San Francesco, quella di Assisi è sicuramente più solenne e più dettagliata nella rappresentazione degli angeli e dei santi. D'altro canto l'affresco fiorentino è la prova del miglioramento espressivo avvenuto con la maturazione. Il dramma della morte, messo in primo piano, è risolto con semplicità, e i personaggi, qui ridotti all'essenziale, sono riuniti intorno alla salma del Santo, e costituiscono un'immagine intima, quasi familiare. La scena risulta infatti privata di tutte quelle scappatoie decorative, e poco funzionali ai fini narrativi che invece caratterizzano l'affresco di Assisi. In quest'ultimo affresco la variazione della luce è molto accentuata, vi sono diversi giochi chiaroscurali, mentre mancano completamente gli elementi architettonici usati come sfondo. I gesti dei personaggi dell'affresco di Santa Croce sono più coincisi, e sviluppati in senso drammatico. Le figure che rispecchiano questa caratteristica in modo assai evidente sono i due frati posti vicino al volto del morto, dei quali uno si rivolge al cielo alzando una mano in segno di dolore, mentre l'altro sembra rivolgere l'estremo saluto. Intorno alla salma vi sono cinque frati genuflessi in segno di dolore che accarezzano e baciano rispettivamente le mani e i piedi, quasi a ricordare all'osservatore le stimmate lì poste. In piedi dietro la salma vi sono altre figure di frati con le mani alzate e che completano il nucleo centrale della rappresentazione. Ai lati di questa scena due gruppi di personaggi chiudono l'affresco come margini per l'osservatore. Il punto di vista dell'affresco è leggermente rialzato, e le persone sono quasi viste dall'alto, creando un ascendere verso il cielo, dove si trovano quattro angeli, due per lato che circondano l'anima del Santo e l'accompagnano.

LA CONFERMA DELLA REGOLA

La prima differenza evidente tra gli affreschi della Cappella Bardi in Santa Croce a Firenze e quelli della Chiesa Superiore di Assisi riguarda l'impostazione. L'affresco di Assisi infatti è prettamente verticale, al contrario dell'altro la cui impostazione è orizzontale. La scena fiorentina si svolge all'aperto, si nota infatti uno squarcio di cielo al quale si accede attraverso uno spaccato architettonico, mentre l'altra si svolge in un interno. Nell'opera di Assisi l'incarnato dei personaggi e le loro vesti sono resi in maniera più realistica e dettagliata, ed è presente uno spiccato senso decorativo.In entrambe le rappresentazioni sono distinguibili due gruppi d'azione nel cui centro focale è posto San Francesco. Si nota però, che mentre nell'affresco umbro i gruppi sono ben assemblati e unici protagonisti della scena, in quello di Santa Croce vi sono altre due coppie di persone alle estremità opposte che equilibrano la scena.

LA PROVA DEL FUOCO DAVANTI AL SULTANO

L'impostazione delle due opere risulta essere molto diversa. Nell'affresco di Firenze il sultano è posto centralmente, San Francesco e il fuoco sono a destra, mentre gli altri personaggi sono distribuiti a sinistra con l'intento di equilibrare la composizione pittorica. In quella di Assisi, la pozione centrale è occupata da San Francesco, mentre è il sultano a trovarsi sulla destra e gli altri personaggi sono sostanzialmente nella stessa posizione. Nell'opera della Cappella Bardi i personaggi questa volta risultano meno curati nell'espressività dei volti e sono più schematici nei loro gesti, inoltre la rappresentazione del fuoco è infelice e poco verosimile. Si nota una notevole differenza di stile fra le due rappresentazioni. Infatti, possiamo dire che è l'unico caso di questo ciclo nel quale la pittura di Assisi risulta migliore nell'esecuzione e nell'anatomia dei personaggi. Anche gli elementi architettonici usati da Giotto come sfondo e come metrica pittorica, risultano leggermente inferiori rispetto agli altri dello stesso ciclo. I piedi e le mani dei personaggi sono per la maggior parte coperti dalle vesti, mentre in tutto il ciclo li vediamo ben visibili, lo stesso volto del sultano è poco risolto. Un'altra differenza particolare riguarda la direzione degli sguardi di San Francesco e del sultano.Questi, infatti non s'incontrano mai, ma hanno direzione diverse nelle due pitture: ad Assisi il sultano guarda verso San Francesco, il quale volge lo sguardo in un altro luogo. Nella Cappella Bardi, invece è San Francesco a guardare il sultano, ed è quest'ultimo che distoglie lo sguardo.

L'APPARIZIONE A FRATE AGOSTINO E AL VESCOVO DI ASSISI ( FIRENZE)-LA VISIONE DEI TRONI ( ASSISI)

Nonostante l'affresco di Firenze non sia integro a causa della manipolazione settecentesca, è possibile notare ancora le differenze con quello di Assisi. I due affreschi hanno una costruzione molto diversa. Quello di Assisi ha un contenuto architettonico molto ricco, e si differenzia per le diverse posizioni del vescovo e del frate. Nell'affresco fiorentino il vescovo assume un atteggiamento rilassato e sappiamo che il frate a suo tempo si rivolgeva verso di esso, mentre ad Assisi si porgono le spalle. I personaggi secondari sono raggruppati intorno al frate, fatta eccezione per due semi dormienti accasciati sotto il giaciglio del vescovo. Ad Assisi la bipartizione è accentuata dalla disposizione simmetrica dei personaggi, distribuiti quattro per parte.In entrambe le pitture, infine, si può notare lo spazio notevole che è dedicato al vescovo, a Firenze è raffigurato disteso ed occupa quasi la metà dell'affresco.Gli interni dell'opera di Assisi sono molto decorati e si notano i piedi spuntare dalle vesti, cosa che manca di nuovo nel complesso di Santa Croce.SCHEMA COMPOSITIVO NEGLI AFFRESCHI Riteniamo di dover mettere in risalto come Giotto ha organizzato la struttura dell'affresco, dopo aver notato come il disegno e la disposizione degli elementi svolgono una funzione fondamentale ai fini dell'opera stessa. Tutto il ciclo pittorico è caratterizzato da una grande chiarezza formale, grazie alla disposizione delle linee compositive generate dalle architetture e dai personaggi. I lucidi allegati in C, saranno d'ausilio per arricchire, ma allo stesso tempo verificare le nostre tesi.

SAN FRANCESCO RICEVE LE STIMMATE

Il monte dietro le spalle del Santo è individuato da linee spigolose, ma estremamente geometriche. L'elemento architettonico ha poco valore ai fini narrativi, e non ha neanche un ruolo di scansione metrica, in quanto la scena presenta solo due personaggi.La Figura del Santo è un insieme di solidi, e delinea diverse parallele. Una di queste, creata dal busto è parallela ad una retta che è costituita dal corpo del Cristo. Altra presenza geometrica è creata dal fascio di luce che colpendo il Santo, doneranno le stimmate.

LA RINUNCIA DEGLI AVERI

In questo affresco la presenza dell'architettura unifica l'immagine che risulterebbe altrimenti bipartita. Inoltre, l'incrocio prospettico fra i due lati del palazzo forma un fascio di rette tangenti ad una retta perpendicolare che cade sulla figura del Santo, accentuandone l'importanza.Dallo spigolo dell'edificio hanno luogo due rette che cadono sulle figure delle due donne posizionate all'estremità dell'affresco. Si viene a formare così un triangolo iscritto nella lunetta che racchiude tutta la scena. Se tracciamo una linea che delinei i contorni dei personaggi, vediamo come si creino delle semi curve che contrastano con le rette prima descritte. E' ben visibile, però come queste semi curve seguano l'andamento del semicerchio che costituisce la lunetta nella quale prende vita l'affresco.

L'APPARIZIONE NEL CAPITOLO DI ARLES

La funzione dell'architettura in questo affresco è ben più evidente, in quanto genera una maglia ortogonale con la prerogativa di scandire il ritmo prosaico. La scena è leggibile tramite la sequenza di colonnine verticali che la suddividono in cinque sezioni. Le tre parti centrali sono accentuate dalla presenza degli archi di stile romanico che costituiscono l'architettura interna, ma allo stesso tempo sono inscrivibili nelle colonnine che delimitano la parte esterna dello stesso edificio. Nella posizione centrale è posto in modo molto geometrico San Francesco. Possiamo infatti notare come i bordi delle maniche del Santo siano tangenti alla colonna che forma l'arco che lo racchiude, inoltre la linea che formano i bracci e lo stesso cordone del saio, è di forma semi circolare. Quindi il Santo è evidenziato non sono dalla posizione centrale che occupa, ma anche da una circonferenza che lo racchiude fino al busto, nella quale è iscritta una seconda circonferenza di medesimo centro che racchiude l'aureola e il volto fino alla seconda piega formata dal cappuccio che si trova sotto il collo. Tutto l'affresco è racchiuso in una griglia schematica, come possiamo vedere sul foglio acetato. I personaggi secondari sono scanditi simmetricamente e delimitati da linee rette, quindi l'utilizzo delle linee curve qui si contrappone notevolmente dal resto dell'affresco.

LA CONFERMA DELLA REGOLA

La tripartizione dell'elemento architettonico, corrisponde alla disposizione dei personaggi in esso contenuti, quindi anche per questo affresco notiamo come sia importante l'architettura. La zona centrale di dimensioni maggiori accoglie la scena focale dell'affresco stesso, mentre alle due estremità sono racchiusi i personaggi che servano da margine. Le linee che caratterizzano questo affresco formano alcune figure geometriche. Il tetto forma un triangolo isoscele mentre la stanza dove si svolge la scena è di forma semi quadrata. Se facciamo passare una retta dallo spigolo superiore del triangolo e la prolunghiamo verso il basso vediamo come anche stavolta la retta ortogonale passi per la figura di San Francesco, e divida l'affresco in due parti speculari. I personaggi marginali sono racchiusi in rettangoli e sovrastati da piccoli triangoli rettangoli.

LA PROVA DEL FUOCO

In questo affresco la posizione centrale non è più occupata da San Francesco, ma dal sultano. La posizione di rilievo che assume quest'ultimo è accentuata dal trono. La figura geometrica che forma il trono irrompe nell'orizzontalità del resto della scena. Dal braccio del sultano nasce una retta obliqua che passando per il fuoco raggiunge il Santo, e risulta essere l'unico punto di contatto fra i due. Sebbene la figura del fuoco sia risolta in modo molto schematico e poco convincente, durante lo studio del foglio in acetato abbiamo notato come sia importante la sua rappresentazione ai fini dell'equilibrio compositivo. Infatti la sua apparente sproporzione è giustificata dal fine di equilibrare la parte destra dell'affresco altrimenti priva di personaggi sufficienti.

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