Abbiamo visitato l’interessantissima mostra di GREGORY BLANCHE, pittore americano che espone nella galleria del Gruppo Donatello dal 20 maggio al 1 giugno 2009 presentato da Pier Francesco Listri con parole, come sempre, appropriate e convincenti e che ci sembrano, pur nella loro sinteticità, anche questa volta esaurienti. Le riportiamo per intero:

“La poesia esatta e nordica di un pittore americano di toscana
Americano di nascita, italiano di cittadinanza, nordico per vocazione, toscano per esperienza figurativa, Gregory Bianche è un pittore appartato, con rare uscite pubbliche, ma, nonostante la giovane età professionale, di grande qualità espressiva. Natura Morta, Donoratico (Still Life, Donoratico), 2001, 19.5 x 15.6 inches (50 x 40 cm), oil on canvasEsordì poco più che ventenne in una mostra a Caprese Michelangelo; tante volte ha partecipato a collettive a Firenze, città dove risiede e lavora.
Formatosi all'Istituto d'Arte di San Francisco e al California College of Arts and Crafts di Oakland, ha ricevuto riconoscimenti, e anche un premio della critica a Bolgheri nel 1996. Ma queste apprezzabili credenziali non dicono tutta la vittoriosa coerenza del suo discorso pittorico, sostenuto da una bravura tecnica di gran qualità.
Gregory si esprime con varietà di temi, ma fermezza di stile. Sodale con paritaria sequela di artisti toscani affermati come Riccardo Saldarelli, Walter Falconi e soprattutto il magico Sergio Nardoni, Blanche ha saputo prendere da questi preziosi segreti di mestiere serbando intatta la propria inclinazione che tuttavia svaria dalla figura, che sta nelle sue tele realistica e insieme scenografica, ai paesaggi, robusti e sobri, ben costrutti e poeticamente insieme esatti e suggestivi, infine alle nature morte - forse il punto più alto della sua pittura - coronate da preziosità luministiche (caravaggesche), e che esibiscono la lenticolare perfezione della composizione algida ma di sicuro incanto, che trova nella luce e nelle sue tonalità, timbri di una intima qualità nordica (il suo Jan Vermeer).
Questa mostra propone l'opera di un artista che il futuro laureerà fra i più autentici e validi della nostra stagione.”


Dunque un artista con le carte più che in regola che ha il solo torto di non aver ancora ben capito la poca generosità dell’attuale mercato o, meglio, del sistema dell’arte a Firenze che si presta piuttosto alle situazioni più comode dettate dalla “moda” mediatica e dal pedissequo asservimento ai capricci di un gruppo di sempre più agguerriti e servili “curators”(in molti casi critici d’arte mal riusciti e con scarsi valori etici).
Su questi e su altri temi che riteniamo importanti per la definizione del ruolo dell’artista nella odierna società apriamo un dibattito in questo spazio web.

 

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