“IO GRIDO LUCE”
Biblioteca Edizioni
- Roma 2006
con la seguente
motivazione:
In questa raccolta poetica, pervasa da
sottile ironia e, a volte, anche da un profondo dolore, Dino D’Erice sa
far vibrare tutti i registri dell’esistenza, sa coniugarli dal basso al
sublime, là dove il basso e il sublime si toccano e si specchiano come
due facce della stessa medaglia. È così l’esistenza, lui la conosce e ne
fa poesia che abita tutti questi luoghi, dintorni e abissi.
SONO NATO A GENNAIO L’ULTIMA VOLTA
Sono
nato
a gennaio l’ultima volta
e il cielo di neve dell’inverno
non m’apparve intristito di freddo:
un vento bambino
scivolava leggero
dalle pendici dell’Erice,
aveva rami
di mandorlo fioriti sulle braccia
e soffiava
nella canna dei pastori
sui batuffoli di nebbia
ancora appesi agli aghi dei pini
e ai recinti
spinosi dei roveti.
Anche il mare
laggiù
sulle rive del Cofano
mi sembrò più non avesse
bava furente d’ira sulla bocca
ma violenza
dolce d’amore
scaturita intatta
dalle voragini del fondo.
(A
volte l’amore
è forza irrefrenabile
forza che esplode
come l’onda sugli scogli
e come l’onda
innalza sulla terra fiori di luce).
Mi sembrò
lontano
che il filo dell’orizzonte più non fosse
limite allo sguardo
ma varco azzurro
aperto all’infinito.
E vidi
chiarissimi
altri mondi avvicinarsi l’uno all’altro
e l’uomo
che sfiorava con le mani
i veli della luna. |