 |
FIORINO D’ORO
LORENZO CONTI LAPI
per il volume

“OPERA PRIMA”
di Lorenzo figlio di Renzo
Florentini Natione
Edizioni Remo Sandron- Firenze 2003
con la seguente motivazione:
Questo esordio letterario del
giovane Lorenzo Conti Lapi si apre con tre anòmale provocazioni non gridate
e nemmeno insistite o sottolineate ma semplicemente enunciate in perfetta
scansione di lingua. Nella clausola finale del “Florentini natione”,
evidente citazione dantesca, resta sottinteso ma presente il forte richiamo
polemico “non moribus” che mette in campo fin da principio la fondamentale
presenza della dantità. Da qui la centrale rilevanza dell’ardito intermezzo
“col dover dire”, tragedia in atto unico,dove il “poeta nuovo” riesce a
mettere in scena la ontologica dipendenza-discendenza delle tre Cantiche
dell’Aligheri.
XI Canto - tratto da:
(Incipit gioventute)
Con voi anche il mio cuor portate via
ed il ricordo bello
del tempo che passammo in compagnia.
Più di ogni altra cosa della vita
io amo il vostro cuore,
quegli occhi neri in cui sospira Amore
che solo riconosco mio Signore;
ardente perché ardita
è stata per più anni la mia vita
e quasi s’era l’anima partita
dalla diritta via
ma voi foste più forte, Donna mia!
Vorrei tenervi e no lasciarvi mai
perché con voi rinasco
sempre più in alto, si che quasi pasco
del cibo delle stelle e quando casco
ritrovo i dolci lai
che fa il mio cuore ond’io vi ricercai
più d’una volta e mi raccomandai
a quella cortesia
che notte veste e chiama nostalgia:
Amore è soprattutto un dio notturno
e forse la mancanza
è solo un verso della rimembranza
che seco poi con mio spirto avanza
che in pria è taciturno
finché non vengon altri spirti a turno
a celebrar la rosa col coturno,
e in simile poesia
io ti saluto, Chiara anima mia. |
|