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FIORINO D’ARGENTO (ex-aequo)

ANNA  CALOSSI
per la poesia inedita

Con la seguente motivazione:

Leggere la poesia di Anna Calossi ci dona un senso di intima serenità. Il suo percorso lirico sembra voler riepilogare la struggente levità del tempo andato. Vi è anche tutta la forza rigeneratrice degli eventi e la dimensione allegorica di una pagina che investe lucidamente i ricordi di un viaggio privatissimo che diviene materia di canto. I versi sono eleganti e delicati e sono capaci di far riemergere dalla memoria momenti di vita mai dimenticati.

 

AL PADRE
 
Ora le tue mani
come tralci di una vecchia pergola,
la luce batte lì su quelle dita bianche
senza fiamma, un po’ piegate.
 
Come un muschio sfatto
il corpo s’affloscia sulle corde,
affonda la ruga sorpresa e muta.
Gocce d’amaro in bocca
 e la saliva è un mare nel mio silenzio.
 
Guardo senza risposta ogni movenza,
gli echi delle voci mi scuotono il pensiero.
Cos’è questo tuo ozio padre?
Un desiderio  pigro di dormire
oppure vuoi lasciarmi il tuo ricordo
lì, nell’infinito sonno…e poi domani…?
 
Promesse come vane speranze
e le pupille si velano d’addio.
La musica è sepolta con il tuo respiro.
 
Potessi scandire io quel battito
potessi darti linfa
potessi presiedere la scelta.
E invece poi…chiuso per sempre a stagionare.
 
Questa tua vita che mi è strisciata accanto
tenendomi per mano
s’infrange in una smorfia e poi svanisce.
 
M’assale la tristezza
smarrita e sola in un corteo di gente.
Un nodo è nella mia mente che più non sciolgo.

 

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