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Grazie alla
sua sensibilità che gli consente di guardare oltre la forma l’artista
giapponese Miya Ozaki si fa interprete di una dimensione astratta che
trattiene suggestioni della natura, e guida valori pittorici inconsueti
per la nostra cultura nell’assoluto rapporto tra il bianco e il nero
attraverso impronte, gocciolature, stratificazioni a definire una trama
che magicamente diviene materia fluida pulsante come acqua che scorre e
trasparenze di nebbia. L’artista fa riferimento nelle sue opere alla
teoria di “Nagazjuna”, teoria del vuoto, della non esistenza che afferma
otto negazioni tra cui, centrale nella sua espressione, la “non
identità” e la “non differenza” e in questa ricerca indaga e interpreta
la bellezza dell’atmosfera. Ozaki affida alla carta e all’acqua la
traduzione tecnica per dare immagine ideale a tale vibrante “regione” de
“il mondo di gocce di rugiada” cui intitola l’intero ciclo di opere di
grandi dimensioni che ha presentato in importanti manifestazioni
giapponesi (a Osaka e Kyoto) e coreane (Seul)e anche in Italia,
nell’ambito di una rassegna nella Città di Noale, alla XXII edizione
2007 del “Premio Italia per le Arti Visive” dove ha ottenuto il premio
copertina di Eco d’arte moderna, e al XXVI “Premio Firenze” (2008), dove
è stata premiata con la Medaglia di bronzo.
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